Una pace “disarmata e disarmante”. Come promuoverla? Un dialogo per aggregare le forze

Lavorare per la pace è urgente, e lo hanno evidenziato anche le prime parole del Papa. Martedì 13 maggio a Roma e in diretta streaming si è tenuto un incontro su come promuovere una cultura di pace, coordinato da Eva Benelli e presentato da Fiorella Leone. Hanno partecipato Maurizio Bonati, medico e saggista, Angelo Stefanini, medico volontario del Palestine Children’s Relief Fund, e Claudio Tosi, formatore. La registrazione è disponibile online.

12 Mag. 2025

di Redazione
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Guerra, non bisogna mai smettere di parlarne. Anche il Papa ha invocato la pace nelle primissime parole dopo la sua elezione. Come ha notato Luca Carra nella newsletter di Scienza in rete: «La “pace disarmata e disarmante” con cui ha esordito Leone XIV è un’espressione molto acuta perché richiama l’etica della non violenza: a disarmare, quindi a vincere ogni resistenza, è il presentarsi disarmati».
Alla guerra non ci si deve abituare. Anche se le terribili notizie e immagini di questi giorni confermano che guerre e conflitti sono una presenza costante e cronica nel mondo. E hanno molteplici e drammatici impatti sulle popolazioni, in particolare sui bambini.
Pochi immaginano che la durata delle loro conseguenze si misura in molti anni. Maurizio Bonati ha spiegato da poco su Scienza in rete che dopo la fase acuta di un conflitto armato, ci vogliono circa quindici anni per ripristinare, mantenere e riprendere il trend di miglioramento dei livelli di mortalità infantile rispetto a quelli precedenti al conflitto. Maurizio Bonati è anche tra i partecipanti all’incontro “Il trauma cronico della guerra”, un dialogo a più voci coordinato da Eva Benelli, giornalista di Zadig, che si è tenuto a Roma presso la Casa della Memoria e della Storia martedì 13 maggio, per ragionare sull’impatto della guerra e sulla promozione di una cultura di pace.

La guerra incide in modo molto profondo sulla salute delle popolazioni. Non solo aumenta l’esposizione ai rischi, ma anche indebolisce, a volte sino alla distruzione, i fattori di protezione, come le reti comunitarie, l’approvvigionamento idrico sicuro, i comportamenti positivi per la ricerca della salute, la stabilità sociale. Le prime vittime sono donne e bambini.
Maurizio Bonati, autore de Il cronico trauma della guerra. Donne e bambini le prime vittime (Il Pensiero Scientifico Editore, 2024), di cui Scienza in rete ha pubblicato un’anticipazione, ha discusso dell’impatto della guerra e di come promuovere una cultura della pace con Angelo Stefanini, medico volontario del Palestine Children’s Relief Fund e Claudio Tosi, formatore della federazione Cemea (Centri d’esercitazione ai metodi dell’educazione attiva). Ha coordinato Eva Benelli, giornalista di Scienza in rete, e introdotto Fiorella Leone, del circolo Gianni Bosio.

La registrazione dell’evento è disponibile online.