Festa del papà: come favorire un nuovo modello di paternità che fa bene a tutti?

Il 19 marzo, festa del papà, è una buona occasione per chiederselo: come favorire una paternità empatica, paritetica e coinvolta fin da subito nella cura dei figli? Zadig è partner del progetto 4e-parent, sostenuto dall’Unione europea, che lavora per un cambiamento sia culturale sia legislativo volto a scardinare vecchi stereotipi e favorire nuovi modelli di paternità partecipe.

18 Mar. 2024

di Natalia Milazzo
Notizia
Salute
Diritti
Progetti europei
image header
 

In occasione del 19 marzo, sul sito del progetto 4e-parent è stata proposta un’infografica che vuole mettere in evidenza e sintetizzare in modo facilmente fruibile le linee fondamentali attraverso cui si muove il progetto.

In primo luogo, spiegando che cosa significa realmente essere un padre coinvolto, anche secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, e come muoversi per esserlo.
E poi illustrando tutti i vantaggi che nascono da un modello di famiglia dove i ruoli e le responsabilità sono distribuiti all’insegna della parità di dignità e doveri.

Se è dimostrato, ma anche abbastanza intuitivo, immaginare che un coinvolgimento precoce ed empatico nelle cure dei figli giovi alle donne, agli uomini stessi, ai figli e alle figlie, è altrettanto vero, ma meno noto, che si tratta di uno strumento efficace anche per prevenire e ridurre la violenza di genere.

In un momento in cui la violenza di genere si mostra come un fenomeno oscuro contro cui ci si sente a volte impotenti, questo progetto mostra che è necessario lavorare affiancando le famiglie, sia sul piano culturale, promuovendo comportamenti nuovi, sia su quello legislativo, chiedendo cambiamenti normativi che facilitino il coinvolgimento dei papà, a partire da un aumento dei giorni previsti per il congedo di paternità, in Italia più breve rispetto a quanto avviene in ben 22 dei Paesi dell’Unione europea.

Puoi guardare l’infografica sul sito di 4e-parent.

Sull’importanza del coinvolgimento dei papà e sui vantaggi che questo comporta consigliamo anche la lettura di un documento dell’Unicef su questo argomento.