AI-CHECK: alla prova le possibilità dell’AI nella formazione degli operatori sanitari

Un progetto di ricerca di Zadig, AI-CHECK, al momento unico nel suo genere, vuole valutare potenzialità e limiti dell’utilizzo dell’AI nei corsi di formazione rivolti agli operatori sanitari con la finalità di stabilire indicazioni e buone pratiche in questa applicazione. Si è partiti dall’interrogare ChatGPT, con l’idea di farlo anche con altri strumenti, e verificarne la capacità di elaborare materiali formativi affidabili. I primi risultati suggeriscono che l’AI non possa fare da sola, ma solo supportare alcune fasi del processo.

29 Gen. 2024

di Maria Rosa Valetto
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Immagine creata con DALL-E, algoritmo di intelligenza artificiale capace di creare immagini a partire da descrizioni testuali 

 

Da molti anni Zadig, come provider nazionale di corsi di formazione ECM, utilizza un metodo che prevede di proporre agli operatori casi di pratica professionale e a quesiti di tipo decisionale.

Un nuovo progetto di Zadig, AI-CHECK, che ha attirato recentemente l’attenzione del Sole24ore, punta ora a capire come può muoversi l’intelligenza artificiale (AI) rispetto a questo modello di formazione.

AI-CHECK: un progetto per stabilire come usare l’AI nella formazione

Scopo del progetto – unico a quanto ci risulta nel suo genere – è giungere a stabilire le buone pratiche per fare formazione agli operatori sanitari usando l’intelligenza artificiale, definendone limiti, benefici e rischi.
Si tratta di un progetto ampio, che mira a valutare in passaggi successivi l’AI applicata alla formazione. Un primo nucleo di dati potrebbe essere disponibile entro i primi mesi del 2024.

Primo aspetto da valutare: l’affidabilità dei contenuti

Un primo passaggio: richiedere a ChatGPT e poi ad altri strumenti dello stesso tipo presenti sul mercato di elaborare autonomamente i contenuti di un corso per poi valutarne le caratteristiche: chiarezza, aggiornamento delle fonti, affidabilità dei contenuti rispetto alla letteratura scientifica, coerenza con le linee guida.

Se il risultato fosse un abbozzo di corso di qualità apprezzabile, significherebbe che il sistema ha accesso alle stesse fonti che avrebbe utilizzato Zadig per realizzarlo e che possiede una capacità di organizzare le informazioni non inferiore a quella degli specialisti nella formazione.
Per quanto riguarda l’affidabilità dei contenuti, l’ostacolo più grande è che finora non si sa che cosa ci sia nell’algoritmo di sistemi come chatGPT: finché non ci sarà trasparenza, non sarà possibile escludere che si creino bias nella raccolta delle informazioni.
Il gruppo di valutazione del progetto AI-CHECK è formato dal settore dedicato alla formazione di Zadig, da Eugenio Santoro, Direttore del Laboratorio di Informatica Medica presso l’Istituto di ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, e da Luigi Naldi, dermatologo con una delle maggiori produzioni scientifiche a livello internazionale, da decenni interessato alla formazione e dal 2017 Direttore di Unità Operativa Complessa di Dermatologia dell’Ospedale San Bortolo di Vicenza.
Per la valutazione è stata scelta una condizione dermatologica di ampio interesse non solo per gli specialisti, ma anche per medici di Medicina generale, e le cui conoscenze e gestione non sono state radicalmente modificate negli ultimissimi anni, in modo da aggirare un limite di ChatGPT, il fatto di non essere aggiornato in tempo reale rispetto al ritmo delle pubblicazioni scientifiche.

L’IA sembra funzionare solo come supporto agli esperti

Il progetto durerà sicuramente ancora a lungo ed è presto per valutare i risultati: ma dai primi segnali sembra emergere che non si può delegare all’AI lo sviluppo di materiali formativi di adeguata qualità.