Fondato nel 1959, è stato il primo giornale italiano per il medico. Presentato con un formato grafico e un’impostazione giornalistica da newsmagazine simile a quello del Time americano, negli anni ’90 è passato progressivamente da mensile a quindicinale, poi a settimanale, per poi tornare quindicinale, adottando un formato tabloid.
Zadig ha curato la grafica e i contenuti sia della versione cartacea sia di quella online per i diversi editori che si sono succeduti (Parpinelli tre, Masson, Elsevier), fino alla sua chiusura, avvenuta a dicembre 2009.
La rivista, da sempre dedicata ai temi dell’informazione e della formazione del medico di medicina generale, ha seguito con particolare attenzione le ricadute cliniche della letteratura scientifica e i temi etici, culturali e sociosanitari sia nazionali sia globali. Ha proposto strumenti di formazione innovativi, come i casi clinici illustrati (clinicommedie, illustrate da Guido Crepax), pubblicati prima sul cartaceo e successivamente anche online.
Pietro Dri, socio di Zadig, direttore di Tempo Medico dal 1995 al 2003 e autore di 59 Clinicommedie, ne acconta così l’origine: “In una riunione nella redazione di Tempo Medico sul finire del 1964 sedevano attorno a un tavolo il direttore, Carlo Felice Venegoni e, tra le altre, due persone alquanto originali, l’una Guido Crepax, l’altra Pino Donizetti, medico e sceneggiatore. Erano stati chiamati per realizzare una nuova rubrica, la Clinicommedia: il secondo avrebbe dovuto sceneggiare in forma di dialogo un caso clinico con soluzione finale, l’altro pensare a come illustrarlo. Fu in questa riunione che nacque l’idea di usare il fumetto (pare che l’illuminazione sia venuta all’editore dei tempi, Niccolò Visconti) e, come ricorda Venegoni stesso, “dal punto di vista storico il particolare ha la sua importanza, perché allora Crepax di fumetti, ufficialmente, non ne aveva ancora fatti. La prima puntata di questa rubrica fu pubblicata nel febbraio del 1965: i due fumetti di Crepax furono i primi che egli pubblicò su una rivista”.
In realtà l’idea nacque nel 1961, ma si era arenata perché il testo di un caso clinico discusso tra due medici appariva talmente noioso da non poter essere inserito in una rivista brillante e spigliata come Tempo Medico. Come fare a rendere piacevole questa possibile rubrica? Si pensò che occorressero due mani, quella di uno scrittore brillante per sceneggiare il caso e quella di un disegnatore per illustrarlo. La novità funzionò subito e piacque moltissimo ai lettori, tanto da divenire la rubrica più letta della rivista.
Il nome “Clinicommedia” (che poi tornerà) venne però sostituito, fin dal primo numero, con “Circuito interno”, perché Donizetti si era immaginato di far svolgere l’azione in un Ospedale nel quale fosse disponibile un futuribile circuito interno che collegava via video e audio lo studio del direttore con lo studio dei medici.
Nacquero in tal modo i personaggi che hanno fatto per i medici la storia, grazie alla mano di Crepax: il direttore, tradizionale ma non troppo, aperto alle nuove idee ma non giovanissimo, con la sua pipa immancabilmente in mano o in bocca; l’aiuto, che si scoprì col tempo chiamarsi Attilio, che doveva fungere da contraltare e impersonare il medico più giovane e che più si affidava al ragionamento scientifico, rispetto all’esperienza e all’acume clinico del direttore; due assistenti chiamati in maniera neutra Assistente I e Assistente II, di cui non si è mai saputo il nome.
Ma a dominare la scena era la figura della specializzanda, affascinante e sempre elegantissima, prototipo di Valentina e, col tempo, variata nel vestire, nel taglio dei capelli e nel modo di porsi secondo le tendenze del momento e i gusti del suo autore: la specializzanda, nonostante il trascorrere degli anni e dei decenni, resterà sempre giovane e, purtroppo per lei, non arriverà mai a specializzarsi!
Altri destini invece mutano, per esempio l’aiuto Attilio vince un primariato in provincia e viene quindi sostituito da un aiuto più giovane e aitante, William, un rampante yuppie della medicina moderna. O ancora si aggiungono nuovi protagonisti, come Alcibiade, vecchio medico di poca cultura ma di solido buon senso.”
E’ a Massimo Obbiassi, medico e autore di oltre 200 Clinicommedie, che si devono le definizioni di questi personaggi, e a lui pure si deve la “teoria della Clinicommedia”, che si basa su quattro presupposti:
Insomma sono le stesse regole di un giallo, visto che il lettore deve arrivare alla risoluzione di un caso sulla base degli indizi clinici che gli vengono via via forniti. E’ in realtà un gioco intellettuale, non un semplice caso o una rubrica con intenti didattici, tanto che è stata anche formulata la “teoria della Clinicommedia” per chi avesse voglia di cimentarsi con la sua non semplice scrittura.”
Dal 15 ottobre al 13 novembre 2016 il Museo del fumetto di Milano (WOW Spazio Fumetto) di viale Campania 12 ha ospitato la mostra L’altro Crepax: 30 anni di Clinicommedie su Tempo Medico. Sono state esposte oltre sessanta tavole originali realizzate da Crepax per illustrare le Clinicommedie, pubblicate su Tempo Medico dal 1965 al 1994.