Realizzato per conto dell’AIFA, insieme al Centro Cochrane Italiano, Clinical Evidence è l’edizione italiana della bibbia internazionale dell’Evidence Based Medicine, che si proponeva di raccogliere e sintetizzare le migliori prove di efficacia a partire da quesiti clinicamente rilevanti
Ideato dal BMJ , Clinical Evidence ha rappresentato una novità rilevante nel campo dell’informazione biomedica. CE presentava le prove derivate dalla ricerca clinico-epidemiologica, ma senza dire ai medici o ai pazienti che cosa devono fare, contribuendo in parte a sovvertire il modello gerarchico di trasferimento di informazione dallo specialista esperto al medico generalista. Nella convinzione che le prove di efficacia, anche le migliori, non parlino da sole ma piuttosto rappresentino una componente del più complesso rapporto medico-paziente, in particolare quando si deve prendere una decisione terapeutica.
La prima edizione italiana (condotta sul numero 4 di Clinical evidence), di oltre 1.100 pagine, era stata distribuita attraverso dieci Regioni a 43.000 fra medici di famiglia, medici specialisti ospedalieri, docenti universitari e infermieri professionali. A questa prima ampia diffusione ha fatto seguito una indagine su accettabilità e impatto del volume sull’attività quotidiana dei professionisti.
Per questo motivo, il testo inglese non era stato semplicemente tradotto, ma corredato di dati clinici e epidemiologici specifici della realtà italiana.
Zadig ha anche condotto, sempre per conto di AIFA, la sperimentazione ECCE (Educazione continua centrata sulle evidenze) che ha coinvolto oltre 150 mila operatori, tra infermieri e medici. Da questa esperienza sono derivate una quindicina di iniziative di formazione a distanza rivolte a specifiche tipologie di operatori o su specifici argomenti.
Sono state pubblicate 6 edizioni e un sito internet.
Bibliografia